Università, bisogni dello studente e risposte degli atenei: l’analisi

È stata condotta recentemente una ricerca interna su un campione rappresentativo di studenti alla prima scelta dell’Università, con il fine di analizzare le motivazioni principali che portano lo studente a scegliere il percorso universitario.

L’analisi verte essenzialmente su due fattori significativi, quello legato all’interesse per le discipline insegnate del singolo corso di laurea, che in una ricerca similare Alma Laurea definisce come fattore culturale, e il secondo fattore legato agli sbocchi professionali offerti dal corso, che nella citata ricerca Alma Laurea definisce fattore professionalizzante.

La sintesi dei dati della ricerca:

  • il 48% degli studenti intervistati sostiene che le due componenti sono entrambe importanti;
  • il 30% degli studenti ha scelto il corso sulla base dell’interesse delle discipline insegnate;
  • l’11% degli studenti intervistati ha scelto il corso solo ed esclusivamente per gli sbocchi professionali;
  • il 11% sostiene che ha scelto non tenendo conto né dell’interesse manifestato verso le discipline né degli sbocchi professionali offerti.

Università e comunicazione: l’analisi di tre atenei italiani

Il quadro che emerge è il seguente: la maggior parte degli studenti sostiene che i fattori selezionati nella ricerca sono entrambi importanti per la scelta dell’ateneo. Rispetto a questa richiesta, quale è la risposta delle Università?

Siamo partiti da questi dati per capire quanto e come gli atenei informino i potenziali studenti sul piano formativo e sull’incontro con il mondo del lavoro.

Rispetto a questo scenario, proponiamo la lettura di una breve indagine sul sito di tre atenei italiani che ha lo scopo di rispondere al presente quesito: quanto investono le Università sulla comunicazione delle discipline insegnate e sugli sbocchi professionali del corso di laurea scelto?

Sono state prese in analisi tre differenti Università, che si differenziano per area geografica e storia. Lo scopo della ricerca è stato quello di proporre un confronto solamente sul piano comunicativo dei due fattori della ricerca: piano formativo e sbocchi professionali.

I tre atenei, presi in considerazione ai fini dell’analisi, sono l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi Sapienza e l’Università degli Studi di Salerno.

Piano formativo e comunicazione, le scelte degli atenei

Il piano formativo, con all’interno le materie da seguire del corso di laurea selezionato, è redatto dalle tre Università senza evidenti differenze. Tutte e tre informano con cura i potenziali studenti sulle materie all’interno dei differenti corsi di laurea. Anche la fruizione e il tempo di arrivo nella pagina di interesse hanno modalità e tempistiche molto simili.

Questo primo dato è positivo poiché il 30% degli studenti ha dichiarato di aver scelto l’Università in base all’interesse delle discipline del corso scelto e il 48% sostiene di aver scelto il proprio corso in base alle materie di proprio interesse e all’incontro con il mondo del lavoro.

Per quanto riguarda il secondo indicatore, cioè l’incontro con il mondo lavorativo, emergono differenze sostanziali tra i tre differenti siti degli atenei.

Università e lavoro, basso l’investimento sulla comunicazione

Il sito dell’Università degli Studi di Milano sul fattore sbocchi lavorativi è molto funzionale. L’ateneo mostra alle matricole, insieme al corso di laurea selezionato, cosa è possibile fare dopo il percorso universitario. Lo studente è guidato da un’interfaccia del sito molto semplice e intuitiva e ha la possibilità di scoprire cosa potrà fare dopo il corso di laurea scelto, sia per quanto riguarda il proseguimento degli studi con proposte di master sia per quanto riguarda il mondo del lavoro.

Infatti, la matricola ha a disposizione la sezione “orientarsi al lavoro” attraverso la quale potrà confrontarsi con i servizi messi a disposizione dall’ateneo, gli annunci di lavoro e gli incontri con le aziende.

Il sito dell’Università degli Studi Sapienza dedica meno spazio al post-laurea. Nella sezione “sbocchi lavorativi”, all’interno di ogni corso di laurea, è presente un elenco delle professioni che è possibile intraprendere dopo il corso di laurea scelto, ma non è presente uno spazio dedicato all’incontro con il mondo lavorativo vero e proprio nella pagina di interesse.

Il sito dell’Università degli Studi di Salerno propone un servizio placement generico in cui escono news relative alle proposte lavorative ma senza distinzione dei corsi di laurea. Nella parte dedicata a specifici corsi, non c’è nulla di legato alle offerte di lavoro riguardanti il percorso scelto dallo studente.

Università: il valore aggiunto risiede nella comunicazione

Sulla base dei dati numerici emersi dalla ricerca e sulla base dalla nostra piccola analisi relativa ai tre differenti siti, emerge un dato sostanziale: le Università non investono sulla comunicazione come dovrebbero.

Oggi, il potenziale studente tende ad informarsi sul sito e sui social media dell’ateneo, e le Università non possono aspettare eventuali open day per fornire informazioni essenziali ai fini dell’effettiva iscrizione da parte delle matricole. Le Università comunicano bene il piano formativo e le differenti materie dei singoli corsi, ma, come spiegato nel nostro precedente articolo, il piano formativo non rappresenta per gli atenei un tratto distintivo.

Un dato su cui riflettere, emerso dalla ricerca, riguarda lo scarso investimento sulla comunicazione di cui gli studenti necessitano. Infatti, nonostante uno dei principali fattori dietro la scelta dell’Università è l’incontro con il mondo del lavoro, questo aspetto non viene valorizzato dagli atenei.

La nostra ricerca non mette in dubbio i contatti che gli atenei hanno con il mercato di riferimento del corso di laurea specifico, ma evidenzia un deficit comunicativo che non facilita l’orientamento degli studenti. Oggi, le Università non possono prescindere dalla comunicazione integrata, dallo storytelling e, in questo caso, dalle informazioni utili per rispondere ai bisogni degli studenti. Sono ancora poche le realtà universitarie che stanno investendo sul vero valore aggiunto: la comunicazione.

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